venerdì 14 agosto 2009

Slumdog Millionaire

"The Millionaire"

Titolo originale: Slumdog Millionaire
Regia: Danny Boyle
Genere: Romantico, Drammatico
Cast: Dev Patel, Anil Kapoor, Freida Pinto, Madhur Mittal, Irfan Khan, Mia Drake, Imran Hasnee, Faezeh Jalali, Shruti Seth, Anand Tiwari, Saurabh Shukla, Rajendranath Zutshi, Jeneva Talwar, Irrfan Khan, Azharuddin Mohammed Ismail, Sunil Kumar Agrawal, Jira Banjara, Sheikh Wali, Mahesh Manjrekar, Sanchita Choudhary, Himanshu Tyagi, Ayush Mahesh Khedekar

Gran Bretagna, Usa 2008

Trama: E' il momento della verità negli studi dello show televisivo in India "Chi vuol esser milionario?". Davanti ad un pubblico sbalordito, e sotto le abbaglianti luci dello studio, il giovane Jamal Malik, che viene dagli slum di Mumbai (Bombay), affronta l'ultima domanda, quella che potrebbe fargli vincere la somma di 20 milioni di rupie. Arrestato perché sospettato di imbrogliare, Jamal viene interrogato dalla polizia. Mentre ripassa le domande una per una, inizia ad emergere la storia straordinaria della sua vita vissuta per le strade, e della ragazza che ama e che ha perduto.


Recensione: Chissà se sono ancora in grado di scrivere una “recensione”.. sempre che di recensione si possa parlare! Le mie sono sempre state più delle impressioni buttate giù di getto, sull’onda emotiva che mi avvolge appena visto un film.. e allora riformulo.. chissà se sono ancora capace di buttare giù di getto delle impressioni sull’onda emotiva che mi avvolge appena visto un film.. in un italiano correggiuto, si intende!

È da tempo ormai che questo spazio giace addormentato, però c’è.. esiste ancora.. e, ritrovandone il link sul profilo di feisbuc dell’ultimo in ordine cronologico ad averlo “toccato”, mi è tornata la voglia di farlo rivivere, o almeno di provarci..
Il fatto che io sia in ferie e che in un afoso venerdì pomeriggio di Agosto non abbia di meglio da fare che guardarmi le puntate di Dawson’s Creek che mi mancavano, beh, decisamente aiuta!

Sono tanti i film che mi hanno lasciato dentro qualcosa in questa lunga latitanza.. ma in un periodo in cui la disillusione e un po’ di amaro cinismo regnano in me, ho voglia di raccontarne uno che mi ha infuso la più dolce delle emozioni in una credo fredda sera -non ricordo quando era uscito di preciso- di un qualche mese fa..

Mi sono gustata “The Millionaire” prima della fatidica notte degli Oscar, un po’ scettica, perché l’unico cinema che aveva deciso di darlo era di quelli vecchiotti, in una zona non troppo raccomandabile del mio capoluogo di provincia..
Ci andavo grazie al mio ragazzo il cui fiuto era guidato da due fari: “Danny Boyle” e “stile Bolliwood”.
Quel mostruoso multisala del centro che nulla fa oltre che portare via posteggi e trasmettere “Natale ai Caraibi” o qualcosa del genere in almeno 4 sale, le migliori peraltro, si è illuminato alla più dolce delle emozioni solo dopo ben 8 statuette oltre che una serie di altri premi..

Ah, a proposito, sto parlando della speranza. Quella del verde.. Quella che mi sono sentita dentro sulle poltroncine più luride di Varese mentre passavano i titoli di coda. La speranza più semplice e più autentica come solo una sana e a lieto fine storia d’amore può infondere.

La speranza di poter "vivere d'amore", di nient'altro che amore; di riuscire ad avere l'autografo del tuo attore preferito, di cantare meglio di tutti gli altri, di tenere in mano una banconota da cento dollari.. di sparare a caso e prenderci una c***o di volta nella vita!.. la speranza cha davvero il percorso di ognuno di noi possa essere guidato da un'unica stella, che ci sia chiara la direzione. Che sia un amore perduto, che sia un dio, persino il becero danaro!.. Un faro, un lampione, un misero lumino!! La speranza di vederlo per quanto piccolo sia..

Intendiamoci, non sono per i finali strappalacrime.. adoro i film drammatici e storco il naso al troppo miele, ma sarà stato che i protagonisti di “The Millionaire” non sono certo due belloni alla BradAnjelina (mi vengono i brividi solo a scrivere questo neologismo da Studio Aperto!).. sarà stato quel balletto finale tra i binari.. sarà stata l’atmosfera di una credo fredda sera di non so quale mese..

Io quella sera sono uscita dall’obsoleto Cinema Nuovo di Viale Valganna, più leggera.

Certo, perfetto il montaggio tra passato e presente, tra flashback e reale, impeccabile la colonna sonora che pervade di pura energia ogni scena, splendidi i piccoli attori indiani delle baraccopoli (a cui purtroppo sembra non sia stata resa giustizia, o forse quelle 8 statuette stavano scomode a qualcuno..); impossibile non innamorarsi dello sguardo (e delle orecchie!) di Dev Patel, Jamal, il “principe azzurro” più “anti-principe azzurro” delle favole, eppure il più vero, bellissima Freida Pinto ovvero la principessa Latika, ineccepibile Anil Kapoor (che un mio caro amico nepalese mi ha detto essere uno degli attori della Holliwood indiana più famosi) nello scomodo ruolo del presentatore bastardo.. sì, ma a me non era fregato nulla di tutto ciò!

Solo dopo averlo visto una seconda volta, mi sono resa conto coscientemente degli aspetti stilistici perché, non sembra, ma ho un minimo di occhio anche per quelli.. e dell’ineccepibilità sotto praticamente tutti gli aspetti della regia di Boyle.. ma a quel punto, la mia mente ragionava già per schemi. Quello che mi piace della prima volta che vedo un film è l’assorbimento diretto e omogeneo. Per i particolari, per i nomi, per le date..c’è tempo. L’impatto iniziale è la sola cosa fuori dagli schemi.. e in queste righe ho tentato di tirare fuori quelle impressioni a livello inconscio che solo quella sera mi sono potuta godere davvero.

L’impressione di essere più leggera.. e non è da sottovalutare!

Non che ora me ne vada in giro su una nuvoletta rosa e pensi che il mondo sia bello perché l’amore vince su tutto.. ma ho sempre pensato che, parlo per me, quello che conta davvero di una pellicola è il primo fotogramma che mi si genera dentro appena alzato il sedere dalla poltrona.. può essere di mille tipi diversi, di speranza o di amarezza, di dubbio e incertezza, di fastidio.. di serenità. Ma più profondo sarà il fotogramma, più autentica sarà stata l’emozione.. ergo, più riuscito cinetecaemozionalmente parlando, sarà stato il film.

Elementare..no??

Perciò, tra tutti i motivi che vi potranno portare a vedere questo film.. gli Oscar, il Soundtrack, la garanzia di Boyle, le polemiche, Bolliwood.. quello che posso darvi io non è altro che quel passo leggero tra la sala e l’ucita del cinema, nulla di più.

[Voto: coerentemente, 10]

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