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mercoledì 2 gennaio 2008

L'attimo fuggente

"L'attimo fuggente"

Titolo Originale: Dead Poets Society
Regia: Peter Weir
Genere: Drammatico
Cast: Robin Williams, Robert Sean Leonard, Ethan Hawke Josh, Charles Gale, Hansen Norman Lloyd

USA, 1989

Trama: John Keating, giovane insegnante di letteratura inglese, arriva nel 1959 alla Welton Academy, di cui era stato allievo, dove regnano Onore, Disciplina, Tradizione e ne sconvolge l'ordine imbalsamato insegnando ai ragazzi, attraverso la poesia, la forza creativa della libertà e dell'anticonformismo.


Recensione: Semplicemente meraviglioso. Tutto qua. Senza entrare nel merito della regia, della sceneggiatura, del rischio di potere essere il classico polpettone americano..non mi va di farlo nè tantomeno ne ho la qualifica. Ma quando parlo del cinema come "emozione" che fluisce, intendo questo. Intendo lo sperare ogni volta che il finale sia diverso e invece il colpo di pistola viene sempre sparato e il professor Keating sempre espulso dalla prestigiosissima quanto bigotta e ottusa Welton. Intendo la storia banalissima dello sfigato innamorato della Cheer Leader fidanzata del Quoterbeg, perchè, se raccontata con semplicità e maestria, diventa tenera anche se prettamente U.S.A.!! Insomma intendo dire che di questo film ci si può tranquillamente innamorare..sarà merito di Robin Williams, irrimediabilmente perfetto in ogni ruolo da lui interpretato, oppure della freschezza dei ragazzi; nessuno di loro è ancora un attore professionista e questo lo si avverte nella loro spontaneità..sarà che il "carpe diem" è la filosofia che ognuno di noi vorrebbe far sua e che, almeno per qualche minuto di pellicola, sembra essere facile da realizzarsi..peccato che i conti con la viscida realtà li fa persino Holliwood!..É anche vero che il lieto fine, nella maggior parte dei casi, risulta scontato anche se in fondo in fondo auspicato dallo spettatore dalla lacrimuccia facile..soprattutto in questo caso perchè il gesto disperato del giovane sognatore Neil finisce per essere praticamente inutile. Per fortuna c'è la scena finale che con quel "Capitano, mio capitano" fa aprire i rubinetti a chi ha voglia di farsi commuovere e storcere il naso ai cinici che non sanno emozionarsi. In ogni caso, fa ben sperare..In conclusione, un film visto e stravisto che però, come il "barbarico yeap dello zio Whitman", risuona ancora sopra i tetti del mondo..


[Voto: 8]