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sabato 5 aprile 2008

Away from her - Lontano da lei

"Away from her - Lontano da lei"

Regia: Sarah Polley
Genere: Drammatico
Cast: Julie Christie, Gordon Pinsent, Olympia Dukakis, Deanna Dezmari, Michael Murphy

Canada, 2007

Trama: Fiona e Grant, sposati da più di quarant’anni, vivono un’esistenza serena, Ma l’Alzheimer di Fiona progredisce e la decisione del ricovero in un istituto specializzato diventa inevitabile.

Recensione: Bianco, sfumature, neve, riflessi, lana e vapore. Questa può essere la memoria umana, talvolta, così labile e fragile da non percepire più l'essenza delle cose, i ricordi, il calore della vita, dell'abbraccio.

Questo è l'Alzheimer, e questo è l'elemento che come un pennello tratteggia le frasi poetiche di questo film. Un film delicato e melodioso; una melodia triste fatta di sguardi atrocemente segnati dal dolore, ma anche una melodia della speranza, del vero amore, della libertà del lasciare amare.

Un film che fa i conti con la realtà, quella realtà che gioca a dadi col destino e improvvisamente toglie la stabilità, toglie i gesti, l'odore di caffè della propria casa, le sciate sulla neve e l'odore dei corpi, che si sono conosciuti, si sono amati e hanno combattuto certe battaglie, resistendo per 44 anni.

Brent (un fantastico Gordon Pinsent) e Fiona (un'insuperabile, eterea e dolcissima Julie Christie) si trovano ad affrontare una problematica umana e spiazzante. Perdere la memoria è atroce, lo è inizialmente per chi comprende di smarrire le tessere del puzzle, poi, man mano che la situazione peggiora, lo è per chi è stato parte dei giorni, parte dei respiri e degli attimi che hanno ricamato una vita intera.

Brent, distrutto, affronta un amaro distacco, inizialmente fisico, poi mentale e sentimentale. Fiona si ricovera personalmente in una clinica e dimentica del tutto la sua vita con il marito, ne ricostruisce un'altra tra le mura di quell'ospizio e si lega affettivamente ad un altro paziente, Aubrey, sposato anch'egli da molti anni con Marian. La mente ha ricombinato gli affetti, Brent è un esterno, un visitatore che si sente ripetere "verrai tutti i giorni, vero? Sei proprio insistente." , una persona che per Fiona sembra apparsa dal nulla, sfumata come i colori e i ricordi di un'Irlanda ormai lontana.

Il destino ha dato tutto e ha tolto subito dopo, in un soffio di gelidi rimpianti, in cose dette e poi dimenticate, negli occhi blu della protagonista, nella speranza di un ritorno.

Il film inizialmente danza sul ghiaccio, in un delicato fremito di attimi intermittenti: presente, passato, ancora presente, poi un passato ancora più lontano, fatto di spruzzi di immagine sfuocate, sillabate, frammentate. Poi si ricompone nel presente, mentre Fiona perde il controllo di se stessa; quel suo nuovo amore, così semplice e fanciullesco, le viene portato via senza spiegazioni, e il suo nuovo equilibrio cade.

Brent invece non ha molto a cui appoggiarsi, ha sempre vissuto per la moglie, forse senza rendersene davvero conto; è come svuotato della sua essenza vitale, e tenta di riappropiarsi dei suoi attimi, senza però intromettersi nella vita della moglie. Cerca di farla felice, perchè è questo che vuole, e con lo svolgersi della storia, anche le tessere, tristemente naturali, ridimpingono nuovi incontri, nuovi equilibri, che esaltano la vita, il rispetto per chi si ama, e tutto è plasmato con delicati e sapienti dialoghi.

"Amare non è ricordare", è il primo messaggio del film: l'amore risiede in un posto più lontano dalla mente, e se i ricordi sfuggono, è l'unica cosa che può restare e può farti rivivere nel calore altrui.

"Non è mai tardi per diventare quello che puoi essere" è il secondo messaggio, esclamato dalla giovane infermiera Kristy, che ha un bagaglio di sofferenza diverso da quello di Brent; una sofferenza causata da quel tipo di memoria che è stata cancellata di proposito, quella dimenticanza che porta ad essere esclusi senza ragione dalla vita altrui. A lei viene affidata la battuta che chiude il senso del film, e fa rinascere un nuovo seme.

Lo stesso messaggio lo racchiude il personaggio di Marian (Olympia Dukakis, espressiva e romantica, perfetta nel suo ruolo), moglie di Aubrey, che entra nella vita di Brent inaspettatamente, ma che gli ridona un senso, e che passionalmente esclama: "Qualche volta bisogna prendere una decisione, quella di essere felici."

Un film stupendo, la fotografia (di Luc Montpellier) è orchestrale, poetica, come le immagini che ci portiamo dentro.

Un film da riflettere, da rivedere, da gustare.

Un film sulla memoria dell'amore, non sulla memoria della mente. C'è davvero differenza, non capita spesso di rendersene conto.

Voto: 9