domenica 30 marzo 2008

Non è mai troppo tardi

"Non è mai troppo tardi"

Titolo Originale: The Bucklet List
Regia: Rob Reiner
Genere: Commedia
Cast: Jack Nicholson, Morgan Freeman, Sean Hayes, Beverly Todd, Rob Morrow
Usa, 2007

Breve Trama: Uno scorbutico milionario e un pacifico padre di famiglia si ritrovano nella stessa stanza d’ospedale con pochi mesi di vita a causa del cancro: redigono “La lista del capolinea”, le cose da fare prima di morire.

Recensione: Jack Nicholson e Morgan Freeman insieme. Due grandi del cinema americano sfoggiano tutta la loro bravura in un film che sembra assemblare i caratteri di altri film dei due attori.

Nicholson ricco, incazzato, sbruffone, un po' cinico ma fondamentalmente solo e malinconico (un misto tra Schimdt, Harry di "Tutto può succedere" e Melvin di "Qualcosa è cambiato") e Freeman sereno, intelligente, con quell'aria serafica di una persona che ha raggiunto la pace spirituale (qui si intravede, malgrado si parli di film stilisticamente diversi, la personificazione divina nei film "Una settimana da Dio" e "Un'impresa da Dio"). Ma i due, anche se portano sullo schermo un riassunto della loro carriera, sanno il fatto loro e sono affiatati come una coppia di amici di lunga data.

Il film ci presenta, nella classica maniera americana, due persone completamente diverse, che non si conoscono e neppure avrebbero la possibilità di farlo. Appartengono a due mondi che non facilmente collidono, Edward (Nicholson) è il direttore strampalato di un ospedale, divorziato e donnaiolo, e Carter (Freeman) lavora in un officina, ha una famiglia e la stessa moglie da 30 anni. Il fattore che li unisce, in maniera di certo non geniale, è la malattia. Entrambi vengono ricoverati nella stessa stanza nell'ospedale di Edward e, come da copione, l'approccio non è dei migliori. La prima mezz'ora del film ci mostra supercialmente il calvario della chemioterapia, ma allo stesso tempo ci fa comprendere che tra i due sta nascendo un rapporto di amicizia, fatto di prime occhiate e battute che pian piano diventano dialoghi un po' più profondi e personali.

E si giunge all'aggancio della storia: la lista di "cose da fare prima di morire". Un foglietto di carta, pochi mesi per entrambi, tanti sogni nel cassetto. Ed ecco la scelta: compiere insieme un numero prestabilito di avventure prima che si chiuda definitivamente il capitolo vita. Dopo qualche titubanza, Carter accetta di seguire la lista insieme ad Edward.

Il film cambia registro, la malattia scompare completamente. I due cominciano una serie di sgangherate e anche un po' improbabili avventure che li portano in giro per il mondo. Certe situazioni sfiorano la banalità, altre fanno risaltare il personaggio burlesco di Nicholson, altre fanno ridere a crepapelle, e la sceneggiatura zoppica un po', mostrandoci una serie di luoghi comuni che però, grazie a due co-protagonisti, non vengono mai messi troppo in rilievo. La vicenda si riassesta col riaffiorare di problemi del passato (la figlia che Edward non vede da anni, la moglie di Carter che rivuole insistentemente il marito a casa) e, immancabilmente, con la ripresa del tema inziale della malattia.

I due stringono un forte rapporto, ed è forse questo l'elemento perno di tutto il film. Si fanno una promessa reciproca, che talvolta vacilla, talvolta viene offuscata dal richiamo delle proprie famiglie e responsabilità, ma torna sempre a galla, perchè di fondo c'è un'amicizia forte e sincera, che va aldilà di qualsiasi facile calcolo o svogliato senso del tempo che passa.

Sì, è vero, è la solita commedia edificante, che gioca sui contrasti e sulla morale, ma, tolte le trovate un po' imbarazzanti, mette in luce la semplicità dei rapporti tra le persone : quel rapporto che non sopravvive ma vive per entrambi (la morte per loro è vicina, quindi non c'è più tempo da perdere), quel rapporto che non giudica l'altro superficialmente ma che si spinge bel oltre gli errori umani che tutti noi, in qualche modo, siamo portati a compiere. Tra i due protagonisti si instaura un tacito consenso che è però fatto di presenza nella vita dell'altro; non si lasciano vivere ma si prendono per mano, per quanto possono, e sembrano dirsi "ce la faremo insieme".

Poi che il regista abbia scelto uno schema "doppio" e già largamente utilizzato (Morte/vita, ricco/povero, egoista/altruista, bianco/nero), in fondo, glielo concediamo.

Questo film non ha grandi pretese di spiegare la vita o di dare risposte, ma ci dice, ancora una volta, che di tempo non ne abbiamo molto e che ci conviene tenerci stretti gli attimi, e se per caso ci capita di incontrare qualcuno sul nostro cammino, magari qualcuno che è in difficoltà, possiamo cercare di stargli vicino, senza giudicare o descrivere la sua vita solo per fattori superficiali.

Il film lascia un sorriso stampato sulla faccia, anche se in qualche modo l'epilogo si delinea facilmente, e non sarebbe dei più felici.

Ma i due mattacchioni han fatto centro, il messaggio è arrivato.

Memorabile, nel finale, la gag del caffè, dove le risate sono spontanee e coinvolgenti.

Voto: 7.5

3 commenti:

Roberto Junior Fusco ha detto...

Questo film non mi ispirava, tutto sommato vale la una visione mi sembra di capire. Cercherò di recupararlo.

Anonimo ha detto...

Grazie per aver commentato il mio blog!
Il tuo è uno spettacolo!!
Ho commentato questo film perchè l'ho visto proprio una settimana fa. Condivido appieno sia la recensione che il voto che gli hai dato.
E poi, sono di parte: adoro sia Freeman che Nicholson! :D

Tornerò presto!!

SoleLuna

FiliÞþØ ha detto...

Magari non sono d'accordo sul voto, ma anche a me il film è piaciuto.
Mi sa che siamo gli unici...;)