mercoledì 19 marzo 2008

Il mio amico giardiniere

"Il mio amico giardiniere"

Titolo Originale
: Dialogue avec mon jardinier
Regia: Jeane Becker
Genere: Commedia
Cast: Daniel Auteuil, Jean-Pierre Darroussin, Fanny Cottençon, Alexia BarlierHiam Abbass, Elodie Navarre, Roger Van Hool, Michel Lagueyrie
Francia, 2007

Trama: Un pittore affermato lascia Parigi per dare una sistemata alla casa della sua infanzia, in campagna, nella speranza di sottrarsi così alla crisi sentimentale e alla mancanza d’ispirazione che lo hanno colpito. Grande la gioia, quando il pittore scopre che il giardiniere assunto per aiutarlo nei lavori è un amico di antica data.

Recensione: Nella mia misera, ma sentita esperienza, credo siano principalmente due le cose che possono accadere con i film francesi: li si ama, o li si odia. Se scrivo questa recensione è perchè del dialogo tra il pittore e il suo amico giardiniere, io me ne sono decisamente innamorata. Sullo sfondo di un paesino di campagna, alle porte di Parigi, lontani dal caos e dalla frenesia di una qualunque città, i 2 protagonisti di questa semplice, ma commovente commedia ritrovano quello che li ha legati nella loro lontana infanzia e rispolverano una profonda e pura amicizia; e noi, lontani dai rutilanti block-buster rumorosi possiamo trovare il piacere di goderci le rarefatte atmosfere della campagna francese, i suoni della natura, l'importanza dei piccoli particolari, la bravura degli attori che interpretano i loro personaggi con maestria. Uno di loro è un pittore di fama con un matrimonio che sta fallendo e la voglia (ma anche la necessità) di trovare nuove ispirazioni, nuovi soggetti per i suoi quadri; sarà per questo motivo che abbandonerà il suo prestigioso atelier di Parigi per ritirarsi in campagna, in quella che era la casa dei suoi genitori. L'altro è un anonimo ferroviere con una passione, quella del giardinaggio (se avesse potuto scegliersi il nome, sarebbe stato nientemeno che "Del Prato") che si occuperà per puro caso dell'orto di "Del Quadro" (ovviamente..!), il pittore, suo vecchio compagno di scuola, e per lo stesso puro caso lo aiuterà a ritrovarsi. Senza bisogno di effetti speciali, incredibili scenografie o grandi nomi, questo film mi è entrato dentro con la sola forza della parola. Tutto si basa sui dialoghi infatti, gli sfondi sono essenziali: perlopiù il giardino incolto della casa d'infanzia di Del Quadro, il suo studio parigino - ma solo per poche scene - la casa "in stile molto più classico" di Del Prato, una fredda stanza di ospedale..senza svelare troppo, è chiaro fin dall'inizio che qualcosa dovrà succedere..e infine il lago. Dove i 2 amici fanno i conti con gli occhi della morte che sono in realtà quelli di una grande carpa, ma basta spingersi un pò più a fondo per cogliere quello che non si vede, ma c'è; credo sia questo il vero significato da recepire e fare proprio della storia dei 2 amici: non bisogna essere un'artista di fama per andare oltre, per varcare la soglia impercettibile che divide la realtà dall'immaginazione; Del Prato è un ferroviere che ha vissuto modestamente, che in 27 anni di matrimonio ha fatto sempre gli stessi 2 identici viaggi ogni sacrosanto anno con "la moglie", eppure è proprio lui che sa descrivere l'oceano con tutti gli altri sensi tranne quello più ovvio, la vista, e non è cosa da poco. Del Prato è un ferroviere, ma ha una passione: quella del giardinaggio, e nell'amore per le sue verdure diventa pittore, musicista, poeta. Con il suo linguaggio semplice, pratico, essenziale come tutto il resto, riesce comunque a fare il salto e a "vedere", più in là del solo guardare. Gli mancheranno i mezzi e a quel punto chiederà aiuto a chi è più pratico con colori e pennelli per riuscire nell'intento di lasciare qualcosa di lui anche quando non ci sarà più. Perchè in fondo questa è una delle cose che accomuna tutti noi, che accomuna anche 2 vecchi compagni di scuola che hanno intrapreso strade diverse: il desiderio di eternità. Farla in barba alla morte e impregnare di noi un qualcosa che rimanga qui e ora, anche dopo il nostro passaggio, che sia una tela, che sia un'orto coltivato..Con la sua camicia a quadri e le sue buffe pantofole, anche Del Prato sente questo lontano bisogno dentro di lui, lo esprime in piccoli gesti come nella ripetuta lotta con il solito pesce che ogni volta rigetta nel lago, ma la sua arte, quella del giardinaggio, non è certo inferiore a quella di un pittore affermato, che, se da un lato più autorevole, dall'altro a volte deve essere pietosamente piegata al cliente, o alla commissione. Il personaggio del giardiniere è quello che ho amato di più, ma sono rimasta piacevolmente colpita anche dal pittore perchè avevo paura che potesse accadere qualcosa di sgradevole, la battuta infelice sentita per sbaglio, l'incomprensione tra 2 persone così diverse..e invece anche la figura dell'artista, benestante, colto, affermato, non cade in stupidi pregiudizi. Bastano l'intelligenza, la cortesia e la gentilezza per comprendersi anche a distanza di anni e per riuscire a ridere insieme come nell'infanzia che rivive nei ricordi degli anni delle elementari, quando erano solo 2 bambini che combinavano disastri. Nel dialogo con il suo vecchio amico, Del Quadro ritroverà la passione che gli stava morendo dentro nella verità di pochi soggetti, semplici ma pieni di significato, come un coltellino e un pezzo di spago. Semplici, ma pieni di significato, come questa dolce storia di amicizia.



[Voto: 8]

2 commenti:

Gianlu. ha detto...

Tornare da Paris e leggere una dolcissima recensione su un film francese. Non poteva esserci cosa più perfetta, che ne dici, Vale?

Voglio vederlo, è già in coda.
Forse perchè le storie di semplicità e vita quotidiana mi attraggono particolarmente in questo momento della mia vita.
Forse perchè quando leggo le parole "vera amicizia" mi si apre un piccolo punto della mente, quello che dialoga ininterrottamente col cuore, quello dove meglio palpitano certe sensazioni.
E allora voglio capire, voglio intuire, voglio rendermi partecipe di storie altrui, sperando un giorno di trovare le stesse emozioni, oppure voglio rivivere cose a me già successe e capire un po' il "come si fa".
In alcuni tratti, quando parli di amicizie che han preso altre strade, in un certo modo mi viene in mente la nostra. Si, non siamo amici da secoli, però è già passato qualche anno e, anche se le cose sono un po' cambiate, sono certo che stiamo superando un certo "tagliando di longevità". Forse perchè ci siam spinti oltre le sincerità reciproche, oltre gli sterili diverbi, oltre la superficialità che abbonda.
Siamo qui, magari distanti, ma sempre io e te.

Bella recensione, Vale,
delicata e sincera.
Sono certo che anche il film avrà questi tratti.
E non vedo l'ora di "dividerlo un po' con te".

Vale ha detto...

hai ragione, è stato un caso, ma veramente azzeccato!!
alcune recensioni, di sicuro più autorevoli, hanno stroncato questo film riducendolo a un concentrato di luoghi comuni.
io ho guardato oltre e ci ho visto tanto.
spero sarà così anche per te!!
grazie per tutte le cose belle che mi hai scritto, sono sicura che anche la nostra amicizia saprà andare al di là di tutte le distanze spazio-temporali e quant'altro!!
adesso basta, non siamo professionali!!
ti voglio bene moreno!..