sabato 23 febbraio 2008

Velluto Blu

"Velluto blu"
(Blue Velvet)
Regia: David Lynch
Genere: Crimine/Thriller/Drammatico
colore 120 minuti circa
Cast: Isabella Rossellini, Kyle MacLachlan, Dennis Hopper, Laura Dern, Hope Lange, Dean Stockwell, Bruce Dern, Val Kilmer, Brad Dourif
USA, 1986

Trama: Jeffrey è un giovane ragazzo perbene. Tornando da una visita al padre che si trova in ospedale, passando per un campo trova un orecchio umano. Decide quindi di andare alla polizia, portando quel brandello umano al detective Williams, padre di una sua compagna di scuola. Dopo averlo fatto analizzare però, il poliziotto gli intima di restare alla larga dal caso e di non fare più domande. La figlia Sandy, avendo origliato il dialogo tra Jeffrey ed il padre, indica al ragazzo un edificio, abitazione di una cantante dei sobborghi, la quale è sicuramente coinvolta in questa macabra vicenda. Jeffrey deciderà di intrufolarsi di straforo nell’appartamento di quest'ultima per vederci più chiaro, e senza volerlo si troverà coinvolto in un mondo sconosciuto e pericoloso.


Recensione: Cinema e sogno, sogno e realtà, realtà e finzione, finzione e incubo. Il cinema di Lynch è pittura ad olio, ed è inconfondibile.
"Velluto blu" è stoffa ed è discesa verso gli inferi. Il velluto blu è l'Acheronte, fiume di morte della divina commedia, ed è aggrappato alla vita e alla morte. La vita viene tirata verso il fondo, in un vortice di oscenità, perdizione, violenza, angoscia, agonìa.
Il film si apre con un'atmosfera di tranquillità, di sereno e quieto vivere, in un dipinto americano di perfezione e fascino. Erba tagliata, verde e lussuoreggiante, case perfette, un camion dei pompieri che passa in una sorta di dimensione intoccabile e un agente ci saluta prontamente con la mano, come in un automatismo preintenzionato che dura da sempre. L'America alla superficie.
Sotto l'erba rigogliosa, c'è un mondo, ci sono insetti neri documentati da una telecamera sapiente e viscerale.
E' il mondo che non si vede, il mondo che ci cammina dentro e fuori senza passarci davanti.
Jeffrey è il ragazzo per bene, sorriso morbido e fascino giovanile. Il padre viene accidentalmente ricoverato in ospedale e Jeff prende il suo posto nel negozio di famiglia.
Nel tragitto tra casa e l'ospedale, ecco un orecchio umano mozzato, lì, nell'erba. L'inizio della discesa, la porta degli inferi, sottolineata da un avvicinamento della telecamera, sempre più prepotentemente coinvolgente.
Jeff vuole scoprire la verità, diventa investigatore del mondo e investigatore di sè stesso. Prima come spettatore, come lo siamo, davanti allo schermo. Poi come protagonista.
Con l'aiuto della figlia dell'investigatore capo, Sandy, Jeffrey si intromette nella casa di un'affascinante cantante (interpretata da Isabella Rossellini) che sembra avere qualcosa a che fare con l'orecchio tagliato.
Da questo punto, ai nostri occhi appaiono visioni di violenza, droga, depravazione sessuale, brutalità, sadomasochismo in cui la donna è, a suo malgrado, costretta. E siamo lì insieme al ragazzo, impotenti, dietro alle ante di un armadio a muro, mentre la sua innocenza pian piano cade in una pulsione del tutto nuova, umana e viscerale, che lo spinge a voler sapere (ed essere) sempre di più.
Entra così in un circolo vizioso e claustrofobico, in cui le regole sono infrante, in cui il corpo è un oggetto, in cui le pulsioni materiali e sessuali sono forti e meschine, brutali ed incalcolabili.
Jeff torna alla dolcezza solo quando è con Sandy, s'innamora di lei ma allo stesso tempo s'innamora di quella cantante, s'innamora del fascino del mistero, della carnalità, ma allo stesso tempo della sua fragile femminilità, violata e segregata in quel velluto blu che rieccheggia insistentemente in tutto il film.
Lynch utilizza la telecamera come un pennello, le inquadrature, i piani, le sequenze e lo stesso montaggio sembrano formare un quadro di colori, di tinte surrealistiche e affascinanti. Il blu, colore tematico e insistente, sembra quasi entrarci prepotentemente nell'animo, e il rosso, violento e pastoso, riempie stanze e tende, si appoggia sulle labbra della Rossellini e racconta il sangue ancora prima che esso sgorghi.
Le luci si spengono, come ci dice Frank (un fantastico Dennis Hopper, allucinato e demoniaco), e poi si riaccendono alla presenza di Sandy (bionda ed etera Laura Dern), che ci ricorda, quasi come in una favola, "che il buio totale può scomparire solo con l'arrivo del pettirosso".
Quel pettirosso che chiude il cerchio, che porta il sereno in un certo tono da spot pubblicitario, e che fa tornare l'equilibrio nella vita suburbana.
Ed ecco la telecamera partire dal dettaglio dell'orecchio di Jeffrey, ecco di nuovo la porta, ma questa volta non è un ingresso ma un'uscita. L'incubo è finito, questo incubo è finito. E riecco le inquadrature di partenza, la perfezione, le staccionate, il pompiere che ci saluta di nuovo con la mano.
La decorazione si riaffida al sole e al verde, il rosso torna ai suoi tulipani in contrasto col cielo, e l'"amore trionfa". Anche se il tono di Lynch rimane una parodia di un happy ending prestabilito nella cultura americana.
Film curatissimo, maniacale, in cui il sogno (in questo caso l'incubo) non è qualcosa da rincorrere ma qualcosa da sfuggire, un elemento presente e palpabile che ci fa sentire vivi ma pericolosamente in bilico su un filo inesistente.
La colonna sonora, in parte firmata dal grandioso Badalamenti, gioca col film ed entra ed esce continuamente. Canzoni come "Blue Velvet" e "Love letters", prese dalla cultura pop anni 50/60, sembrano composte apposta per il film, perchè fanno parte di esso, sono inscindibili.
Film come opera d'arte, di colore, di luce, di visioni.

Voto: 9

6 commenti:

rovistata ha detto...

caspita che recnsione accurata!
è dire che a me piace Linch, ma questo film non è tra i miei preferiti, fai venire voglia di rivederlo..

Chiara ha detto...

Grande Recensione!
Linch piace anche a me... ma dannazione, questo film mi manca proprio!
Provvedo. Un super saluto!

Gianlu. ha detto...

Provvedi appena puoi!
:D

Io sto guardando "Mullholland Drive"(per questioni di tempo son riuscito a guardarne solo un'ora) e ho già pronti "Strade Perdute" e "Inland Empire".
Col tempo, magari, arriveranno anche quelle recensioni.

Chiedo scusa per la mia assenza ma ultimamente non so neppure più chi sono, dove sono, cosa faccio, e perchè...!
Chiara passerò presto dalle tue parti!

Un grandissimo saluto anche a te e grazie per la visita!

FiliÞþØ ha detto...

Lo adoro, è tra i miei preferiti di Lynch.
Come hai sottolineato, è netta la distinzione tra apparenza e realtà, luce e buio.

Vale ha detto...

evviva, ho avuto anch'io la mia iniziazione a lynch e per questo devo ringraziare gian che mi ha consigliato "mulholland drive" e il mio ragazzo che lo aveva scaricato già qualche tempo fa ufficialmente perchè anche lui amante del cinema..officiosamente per una sospetta scena lesbo!..
guardarlo è stato come ricevere un ben assestato pugno nello stomaco..mi ha lasciata emozionata, stupita, eccitata e inconsapevole di quello che avevo visto!e, se non mi sono documentata male, l'intento di lynch è proprio questo: stuzzicare tutti i sensi al di là della logica razionalità!
comunque..stupendo!
non mi resta che riguardarlo munita dei 10 indizi che lui ha fornito nella versione dvd per provare a capirlo meglio, tanto la botta iniziale me la sono già goduta a pieno!
grazie gian e grazie liam!!..
ovviamente "velluto blu" è già in lista!

Gianlu. ha detto...

Oh, che meraviglia!
Non c'è niente di più bello che sentire che un film consigliato ha fatto breccia!
Ma soprattutto.. tu sì che ascolti i consigli! ;)

Brava Vale!

Devo ASSOLUTAMENTE scrivere un intervento su Mulholland drive prima che arrivi un altro film "bomba" e spazi via l'emozione fresca!


Ieri ho visto "Non è un paese per vecchi",
scriverò ... scriverò.. scriverò..

(promesse, promesse, promesse .. ma le manterrò!)