giovedì 10 gennaio 2008

Little Children

"Little Children"

Regia: Todd Field
Genere: Drammatico
Durata: 130 min
Interpreti: Kate Winslet, Patrick Wilson, Jennifer Connelly, Gregg Edelman, Sadie Goldstein, Ty Simpkins, Jackie Earle Haley, Phyllis Somerville
Colonna sonora: Thomas Newman
USA, 2006

Trama: Il film racconta la storia di coppie sposate e frustrate da partner noiosi, figli viziati e vite prevedibili, che il giorno sembrano famiglie perfette mentre nella notte sono tutt'altro. Sarah è una madre sposata con un marito, Richard, ossessionato con il porno su internet. Todd è un padre casalingo sposato con Kathie, documentarista fissata dal voler fargli riprendere la carriera legale. Mary Ann è una supermamma organizzata con una figlia di 4 anni già con il futuro destinato ad Harvard. E infine Ronnie, un pedofilo uscito dalla prigione che fa ritorno a casa. In questo clima di famiglie disfunzionali, Sarah e Todd iniziano una storia che li riporta all'età dell'adolescenza, in quel periodo di libertà tra le responsabilità dell'infanzia e quelle di essere genitori. (mymovies.it)

Recensione: Comincio dicendo che è assurdo. L'Italia non ha minimamente sfiorato questo film, nè al momento della sua uscita nelle sale americane, nè durante gli Oscar 2007, nè nei mesi successivi. Il film non è neppure stato doppiato nella nostra lingua, come se fosse una produzione di second'ordine. Non entro nel merito dei processi di produzione italiani, dico soltanto che è una vergogna, nel senso vero del termine. Vengono proiettati al cinema film con budget illimitato e trame masticate e rimasticate. Vanzina e company mettono piede nelle sale ogni santo Natale, e, come per magia, fanno milioni a palate. I film importati dall'estero, quelli di un certo peso espressivo, vengono rilegati alle piccole sale d'essai, oppure tenuti in programmazione per una settimana, dieci giorni massimo. Certo, il pubblico forse vuole questo e dei film veramente ben fatti se ne frega, ma per alcuni versi non ne sono poi così tanto sicuro. Ci hanno abituato in questo modo, soprattutto negli ultimi anni.
"Little Children" è mancato alle sale italiane come un grande libro manca nelle librerie di periferia. Non parlo di best-seller, che non sempre sono all'altezza della loro nomina, parlo di quei libri che davvero lasciano un segno, trattenendoti il fiato, catapultandoti per un po' di tempo in un mondo non tuo.
Questo film è esattamente questo. Ti "risucchia" nella sua trama e neppure ti rendi conto che stanno passando più di due ore.

Vicende che non hanno nulla di paranormale. Vite che s'intrecciano nella "suburbia" americana, un p0' quella delle "Desperate Housewives". Con la differenza che in questo film la realtà delle storie narrate la si tocca con mano, e le patinature perfezioniste si sgretolano non con omicidi o fatti inspiegabili, ma con puri riferimenti alla società odierna, così solida e benestante nella facciata, ma in realtà in bilico continuo tra frustrazione e pessimismo.
L'inizio del film mette in risalto quell'aspetto leggero ma pungente di essere madre tra le madri: critiche, asprità, commenti detti sottovoce, diversità. Kate Winslet, con il suo sguardo stanco e un po' sottomesso alla vita che conduce, è perfetta anche stavolta. Perfetta perchè sa mettere in scena con maestria il suo personaggio, annoiato e intriso in una routine fatta di parco giochi e merendine, di chiacchiere sterili e sorrisi ipocriti. Il perfezionismo, essere una madre modello, fare solo ciò che il buon senso dice di fare. Eccole le madri americane, affaccendate a giudicare severamente gli altri, a punire verbalmente i trasgressori, ad elevare le loro doti senza nessun margine di dubbio. Entra poi in scena il personaggio interpretato dal bravissimo Patrick Wilson. Lui conduce una vita da casalingo, non ha mai concluso gli studi di avvocato, e si dedica completamente al piccolo figlio. Di nuovo un "diverso", un uomo che prende il ruolo femminile e lo fa proprio, un uomo che affascina le perfette casalinghe del parco rendendole ancora più pettegole e maliziose.
Ed ecco l'incontro, quasi casuale, tra Kate e Patrick. Si affaccia nei loro volti la trasgressione, la perdita di controllo, la voglia di uscire dagli schemi imposti e autoimposti. Nasce un'amicizia forte e impulsiva; il personaggio di Kate, Sarah, scopre che il marito preferisce masturbarsi davanti al computer piuttosto che darle attenzioni, e per questo motivo, decide di tentare, vuole sentirsi ancora desiderata, vuole mettere in risalto quella sua forte fisicità, e per questo si lascia andare. La passione tra i due viene tenuta a freno, tra sguardi sfiorati e carezze rubate,ma alla fine esplode in una reazione quasi violenta, che porta i due a trasgredire sempre più spesso, mentre la loro vita apparente viene portata avanti tra bugie e paure.

In questo contesto di "distruzione" dei valori americani, bigotti e incapaci di perdonare, si colloca il personaggio di Ronnie, pedofilo appena uscito di prigione, desideroso di una redenzione che mai gli verrà data. Un uomo fragile, curvo su stesso, che vive ancora con l'anziana madre, l'unica ad averlo perdonato ed essere andata oltre gli errori commessi dal figlio. Viene evidenziato il fatto che spesso chi viene condannato non avrà più possibilità di redimersi. Una volta commesso un errore, piccolo o grande esso sia, questo resterà impresso in ogni azione futura, e in questo modo non ci saranno possibilità di riconquistare una dignità umana; quella dignità che tanto reclamiamo con forza in ogni momento della nostra vita. Ronnie vive nelle azioni passate, è incapace di amare, è incapace di muoversi al di fuori delle sue quattro mura, è incapace di credere in qualcosa e per tutto il vicinato lui è "il diavolo". La madre è la sua unica protezione, e lui in fondo non è mai realmente cresciuto, è rimasto in bilico tra la perversione dei suoi atti e la purezza dei suoi modi di fare. Un uomo che è destinato a perire moralmente, la società non sarà mai in grado di riabilitarlo.

Perfezione, moralità, famiglia, perdizione, passione, amore, obblighi, doveri, fragilità, sesso, redenzione. Sono tutte parole che rieccheggiano, alternandosi, per tutta la durata del film. Un film che non vuole essere un insegnamento morale, non vuole fare nessuna predica, non si mette in cattedra. E' un film che tristemente mette in luce la vita così com'è, la vita dietro la facciata. La vita che dà e toglie, la vita che non spicca il volo, la vita che già sta donando ma si è troppo distratti per rendersene conto.
Come sottofondo dell'intero film, il rumore incessante del treno, che diventa quasi una presenza incombente, quasi un disagio, un rombo che si sossegue scandendo il tempo come gli orologi nella casa di Ronnie.

Ho letto da qualche parte che questo è un film che mette in luce come noi vediamo gli altri, come gli altri ci vedono e come noi vediamo noi stessi. Sono assolutamente d'accordo. E' un film che guarda con tanti occhi, che parla con tante bocche e che traspira vita e sudore, sangue e lacrime.

Accosterei questo capolavoro ad "American Beauty", proprio per lo spaccato di vita americana che ci sa offrire.

Candidato a tre Oscar, miglior attrice protagonista per Kate Winslet, grandiosa in ogni minuto del film (è un peccato che non abbia portato a casa la statuetta), miglior attore non protagonista per Jackie Earle Haley, migliore sceneggiatura di Todd Field.

Un capolavoro, a mio parere, con un'ottima colonna sonora dell'insuperabile Thomas Newman (da sempre il mio preferito).

Tralasciando il fatto che l'Italia s'è dimenticata di "Little Children", dal mio punto di vista sono davvero contento di essermelo gustato in lingua originale.


Voto: 10




6 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao Gian e grazie per il commento..

Se vuoi scrivere una recensione per Irina Palm (che non sia troppo lunga) te la pubblico nel blog (con ovviamente il tuo nome e link in fondo alla recensione).

Grazie e a presto

Andyl (http://filmdavedere.blogspot.com/)

Chiara ha detto...

"Cineteca Emozionale"... già da come si presenta (esteticamente) coplisce. Per non parlare poi del nome! Geniale!
Bravi, bravissimi. Me ne sono già innamorata. Un abbraccio, tornerò prestissimo, miei cari "colleghi", ve lo prometto.

Gianlu. ha detto...

Grazie grazie grazie, Chiara!

:D

ha detto...

Little Children! Non l'ho mai trovato a noleggio, mannaggia! Se poi gli dai 10 devo rimediare!

Scusa la poca presenza...tornerò presto all'attacco!

WhiTe ha detto...

Ottima Recensione. Quoto tutta la parte "indignata" verso l'incredibile situazione che vede questo gioiellino mai arrivato nelle nostre sale e nemmeno in Home-Video (non ci sono davvero news in merito?). Senza parole. Anch'io L'ho visto poco tempo fa (piccola Rece anche nel mio piccolissimo Blog) e confermo che si tratta davvero di una pellicola da vedere. Una delle migliori che ho visto in questi ultimi anni ^__^

Ciao e Complimenti per il Blog ^__^

WhiTe ha detto...

E' con grande gioia che annuncio l'uscita dei Sub Italiani :)
Merito di AsianWorld.it, su cui avevo fatto tempo fa richiesta di traduzione. Non so se mi hanno ascoltato o meno, se sia servito a qualcosa o se, semplicemente, i Sub fossero in procinto di realizzazione in ogni caso. Fatto sta che adesso tutti potranno godere della visione di questo piccolo grande capolavoro :)